Pubblicato il 16 settembre 2015 da asipp
I FIGLI DI COPPIE DELLO STESSO SESSO, SIANO ESSI ADOTTATI O FRUTTO DI PMA (PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA), HANNO PROBLEMI PER QUANTO CONCERNE IL LORO BENESSERE PSICOLOGICO, RISPETTO AI LORO COETANEI FIGLI DI COPPIE ETEROSESSUALI?
Capita sovente di ascoltare, ma anche di leggere, pareri che sostengono che i figli di coppie omoparentali, adottati o frutto di procreazione medicalmente assistita, siano in qualche misura penalizzati o comunque che possano soffrire di turbamenti psicologici di vario tipo.
È una domanda lecita, se posta senza l’obiettivo di celare un pregiudizio contro gli omosessuali e se davvero viene fatta con l’interesse verso il minore stesso.
È sulla risposta tuttavia che vorrei concentrare questo breve articolo.
Senza avere naturalmente la presunzione e la pretesa che l’argomento possa esaurirsi in questa sede. Scrivo con la speranza che si possa stabilire un dialogo arricchente e costruttivo tra colleghi psicologi e psicoterapeuti, ma anche tra figure diverse che, a vario titolo, si occupano di bambini e di famiglie.
Come prima risposta alla domanda di cui sopra si può affermare che la ricerca (qualitativa, ma anche quantitativa) in tema di genitori gay o lesbiche ed i loro figli è circoscritta geograficamente in America (USA), Regno Unito (UK) e parte dell’Europa, dell’Africa e dell’Australia. Resta fuori, ad oggi, dalle ricerche su questo tema, l’Italia. Se non altro perché, almeno fino ad ora, la legge vieta a coppie dello stesso sesso di adottare un bambino o di accedere alle tecnologie moderne di procreazione artificiale.
Il Censis (2014) ci informa che la maggior parte degli italiani intervistati si dichiara favorevole alla fecondazione omologa (all’interno dunque della coppia) ma contraria a quella eterologa (donatore maschile o femminile esterno alla coppia), specialmente per quanto riguarda le coppie gay. A questo punto, è lecito domandarsi perché? Spesso la risposta che viene data è la seguente: “Perché i figli hanno diritto ad una madre e ad un padre!”. E allora la domanda successiva che tocca fare (farci) è: “Altrimenti? Cosa succede a questi bambini?”. Ed è qui che la ricerca deve intervenire. Abbiamo bisogno di sapere se avere genitori omosessuali può compromettere il benessere psicologico mentale dei bambini. E anche, aggiungo io, in modo da sgombrare il campo da facili conclusioni, per mettere ciascuno di noi di fronte al proprio pensiero, al proprio (eventuale) pregiudizio.
Le ricerche degli ultimi trent’anni ci dicono che il quadro della salute mentale dei bambini cresciuti con genitori non eterosessuali è assolutamente favorevole. Non ci sono differenze rilevanti tra bambini di genitori etero e non, sul piano dell’iperattività, dei problemi emozionali o comportamentali. Inoltre, uno degli studi più recenti e significativi su questo tema – replicato diverse volte – si è posto come domanda se l’orientamento sessuale dei genitori ne determini anche la salute mentale e, nuovamente, la ricerca ci dice che no, non sono fattori correlati (Patterson, 2009).
Mediamente si può affermare che i problemi comportamentali, le competenze, lo sviluppo relativo all’identità di genere e la fiducia in se stessi sono tutti fattori che non correlano con l’orientamento sessuale dei propri genitori.
Parrebbe invece esserci un fattore che contribuisce al non benessere dei genitori non eterosessuali, ma soprattutto dei loro figli. Ovvero il clima socio-politico del paese (ma anche del quartiere) dove queste famiglie vivono. Le ricerche ci suggeriscono che in nazioni come i Paesi Bassi dove, sia le leggi che l’atteggiamento degli olandesi stessi sono favorevoli e aperti, anche i bambini appaiono più sereni rispetto all’identità sessuale dei loro genitori, rispetto ai bambini americani che incontrano spesso atteggiamenti omofobici.
Quindi, più che l’avere genitori non eterosessuali, contribuisce al benessere dei bambini vivere in un clima di apertura e tolleranza.
L’ingente mole di ricerche ci suggerisce anche che più che alle categorie “etero” e “non-etero” dovremmo osservare le caratteristiche dei singoli individui per poter stabilire una relazione (eventuale) con il benessere psicologico dei bambini.
Come ultima considerazione, sempre nell’ottica di rispondere alla domanda iniziale, ovvero se costituisce un problema psicologico o meno essere figli di genitori non eterosessuali, vorrei riportare i risultati di una ricerca sui padri adottivi gay e sulle madri adottive lesbiche (Golombok et al.).
Da questo studio emerge che laddove ci sono delle differenze tra genitori adottivi omosessuali ed eterosessuali queste sono a favore dei primi. Inoltre, per quanto riguarda il benessere psicologico dei genitori, i padri gay hanno riportato minori livelli di depressione e stress associati alla genitorialità, rispetto ai genitori eterosessuali. Mentre non emerge nessuna significativa differenza tra i genitori gay e lesbiche. Sia dall’osservazione diretta dei ricercatori che dalle interviste, sono emersi maggiori livelli di responsività, maggior numero di interazioni con i figli e minori livelli di aggressività nell’impartire la disciplina, da parte dei padri gay rispetto a quelli etero. I risultati positivi emersi da questa ricerca, il cui campione era composto da 41 coppie gay, 40 coppie lesbiche e 49 eterosessuali, vanno letti tenendo conto delle caratteristiche individuali dei genitori stessi.
Vale a dire che se la persona è serena ed equilibrata, lo sarà anche nel ruolo di genitore, indipendentemente dal suo orientamento sessuale.
Altro aspetto da considerare, un po’ come conclusione finale, è che gli uomini gay possono essere estremamente competenti così come le donne. E che l’assenza di una figura femminile, non avrà necessariamente delle conseguenze negative sul bambino.
È quindi, in termini di sviluppo, più incisivo lo stigma esterno (una società, un quartiere, degli amici omofobici) che l’orientamento sessuale dei genitori.
Ed è qui che entra in gioco la nostra responsabilità. Di tutti noi.
BIBLIOGRAFIA
Susan Golombok, Laura Mellish, Fiona Tasker Sarah Jennings, and Polly Casey, Michael E. Lamb
Adoptive Gay Father Families: Parent–Child Relationships and Children’s Psychological Adjustment
Child Development, March/April 2014, Volume 85, Number 2, Pages 456–468
Charlotte J. Patterson, Rachel G. Riskind, Samantha L. Tornello
Sexual Orientation, Marriage and Parenthood A Global Perspective
Contemporary Issues in Family Studies: Global Perspectives on Partnerships, Parenting and Support in a Changing World, First Edition. Edited by Angela Abela and Janet Walker. © 2014 John Wiley & Sons, Ltd. Published 2014 by John Wiley & Sons, Ltd.
Patterson, C. J. (2009) Children of lesbian and gay parents: psychology, law, and policy, American Psychologist, 64: 727–736
Censis, ottobre 2014